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Francesco Procopio Cutò

Il palermitano Francesco Procopio Cutò, inconsapevole fondatore di Sherbeth, è considerato il padre del gelato.

Alcune fonti riportano come luogo di nascita il paese di Aci Trezza, in provincia di Catania ma l’origine palermitana è stata recentemente rafforzata da un attestato di battesimo rinvenuto presso l’archivio parrocchiale della Chiesa di Sant’Ippolito situata nel quartiere Capo di Palermo.

Dal certificato di battesimo emerge che il vero cognome non era “Coltelli”, bensì Cutò, tipico cognome siciliano. Un simile malinteso è facilmente spiegabile se si considera che in francese la parola “coltelli” (in francese couteaux) si legge proprio “cutò”.

Un terza ipotesi, anch’essa verosimile, propende per la nascita a Palermo ed un periodo vissuto a Trezza, dove proprio grazie al commercio della neve dell’Etna, Procopio avrebbe ideato il gelato.

Nel 1686 a Parigi portò con sé non soltanto la sua sorbettiera, ma la cultura composita di un intero popolo e aprì il suo “Café Le Procope” con cui diffuse a Parigi e nell’Europa barocca il rito del consumo di “acque gelate siciliane”, ai fiori d’anice e di cannella.

Per la bontà dei suoi prodotti ricevette l’esclusiva della commercializzazione, la patente reale, da Re Luigi XIV. Diventò punto di riferimento per i letterati del tempo, anche nei secoli successivi: da Balzac a Voltaire fino a Victor Hugo si riunivano al Cafè Le Procope per gustare la ricetta originale di Procopio, che era riuscito a trovare il modo di rendere estremamente omogeneo l’insieme di frutta, miele, zucchero e ghiaccio.